La Storia

slide2Tutta la zona compresa tra Torricella, Lama dei Peligni, Gessopalena, Monteneredomo e Civitaluparella sembra rivelare tracce di un’antichissima presenza dell’uomo attestata almeno a partire da 5500 anni fa, quando nella zona abitava il cosiddetto “uomo della Maiella”, i cui resti sono stati riconosciuti nel territorio di Lama dei Peligni. Più corposi sono i rinvenimenti  archeologici di epoca preromana risalenti anche al VI secolo a.C.:  a Torricella alcune località hanno dato informazioni su questo periodo, ed in particolare si ricorda una tomba preromana localizzata a Sant’Antonio. Dalla tomba provengono un elmo in bronzo con la stilizzazione sulla calotta di una cervide di capride (conservato al Museo di Iuvanum), una punta di lancia, un pugnale, un collare a fascetta, un bracciale a spirale, quattro anelli digitali e una fibula di ferro a doppia ondulazione. Alcuni sostengono inoltre che a Monte Moresco, che dovrebbe essere situato tra Torricella e Pennadomo, ci siano i resti di una fortificazione italica e anche di alcune tombe di epoca romana, e che, addirittura, l’area sarebbe stata frequentata sin dal III-II millennio a.C, poiché sempre da qui proviene un pugnale in pietra (conservato al museo L.Pigorini di Roma). Nei secoli successivi l’area è parte integrante della regione italica del Sannio centrale; i nostri antenati erano dunque appartenenti alla popolazione dei Sanniti. Le nostre zone in particolare appartenevano alla tribù dei Carecini. Tale tribù era la più settentrionale e probabilmente anche la meno numerosa. Essa occupava pressappoco l’area del basso Abruzzo compreso tra il fiume Sangro e le pendici della Maiella: il loro territorio era delimitato a nord da quello dei Frentani, a sud da quello dei Pentri, a est da quello dei Lucani e, infine, ad ovest da quello dei Peligni. Il popolo carecino si divideva in due gruppi: i Carricini supernates, che occupavano la parte della regione che aveva come centro principale la città di Juvanum, e i Carricini infernates, il cui centro principale era Cluviae (le cui rovine sono state identificate con quelle rinvenute a Piano Laroma, frazione del comune di Casoli).
Antiche_stalleTorricella era dunque parte integrante del territorio iuvanense e a livello politico, amministrativo e commerciale, era controllata da questa città. Come il resto del Sannio le principali attività economiche erano le foreste e il legname, la caccia e la pastorizia. Lo scambio dei prodotti e di idee avveniva tramite i tratturi, larghe vie erbose a lungo percorso, che attraversano  ancora oggi tutto il territorio. La transumanza, che ha costituito il perno economico del territorio fino almeno al XIX secolo, era uno spostamento stagionale di greggi e uomini che si muovevano fra i pascoli della Puglia e quelli dell’Abruzzo, in primavera ed in autunno. La città di Iuvanum in particolare era attraversata dal tratturo Ateleta-Biferno, il quale incrociava a sua volta quello L’aquila-Foggia, verso la costa, e Celano-Foggia, verso l’interno. Tutto ciò significa che tutto il territorio iuvanense e quindi anche l’area di Torricella era interessata da questa attività economica, come testimoniato dal braccio stradale che da Iuvanum si dirigeva qui attraverso il Colle dell’Irco. In questo luogo è stato rinvenuto un bronzetto di Ercole del V-IV secolo a.C, protettore delle attività agro-pastorali e che conferma questa vocazione agricola della zona. Inoltre i nostri territori dovevano avere anche un importante ruolo stradale per il raggiungimento della Val di Sangro. In quest’epoca dunque gli insediamenti dovevano essere sparsi, ed avevano come principale scopo quello di dislocarsi nei pressi delle risorse che il territorio offriva, seguendo le caratteristiche geomorfologiche del territorio. In età romana, ed in particolare imperiale, invece la città di Iuvanum diventa il centro gravitazionale degli insediamenti di tutto il territorio. Gli insediamenti si concentrarono intorno al centro abitato, mentre le fattorie divennero man mano più grandi, ma meno frequenti sul territorio  in seguito all’utilizzo di una economia agricola più estensiva.
Giardino_roccioso Tutte queste informazioni non possono non lasciarci senza la voglia di capire, tramite la ricerca di tracce archeologiche, come queste terre, e quindi anche quelle del nostro paese, erano organizzate intorno alla cittadina sannita, divenuta nel tempo municipium romano; come erano suddivisi  i campi coltivati; che ruolo avevano gli insediamenti agricoli, (che forse è ancora possibile riconoscere in alcune delle nostre contrade); se esistevano cinte fortificate.
Quartiere_storico_Le_CosteL’archeologia coinvolge anche altre epoche e dà informazioni sull’età tardo antica e sul medioevo. È testimoniata con sicurezza una continuità di insediamento in tutta la vecchia area carecina, anche se contraddistinta da un processo di riassetto socio-economico, spesso con indici di generale declino rispetto all’epoca romana; questo avviene soprattutto nell’alto medioevo (cioè tra la caduta dell’impero romano d’Occidente nel 476 d.C  e l’anno 1000) ed in particolare per l’area compresa tra l’Aventino e il Sangro. Fra gli eventi storici più rilevanti di questo momento non bisogna dimenticare la guerra greco-gotica nel VI secolo, che vede il coinvolgimento strategico dell’Abruzzo, essendo al centro fra i possedimenti bizantini e goti, e trovandosi nell’area più vicina a Roma. Secondo la storia infatti, nell’inverno tra il  537 e il 538 d.C., nella lotta per la conquista di Roma, i bizantini e i goti sconvolsero l’Abruzzo con il loro conflitto. Una testimonianza archeologica di questi conflitti si riconosce nel ritrovamento di uno Spangenhelme ostrogoto, cioè di un elmo “a fasce” in rame dorato e ferro, rinvenuto in località Santa Lucia, tra Torricella Peligna e Roccascalegna, ben nascosto all’interno di un edificio tardo romano e testimone probabilmente della presenza di stanziamenti militari ostrogoti nella zona (oggi è conservato nel Museo del Castello di Crecchio). Ben osservabile nel nostro territorio, a livello insediativo, è il fenomeno dell’”incastellamento”, che portò alla progressiva formazione di abitati fortificati d’altura, con una massima espressione fra l’XI e il XII secolo. Il medioevo è dunque il momento in cui tutta l’area comincia ad assumere una disposizione degli insediamenti e una suddivisione dei territori, molto simile a come è oggi; i territori furono divisi in feudi e gestiti da importanti famiglie o dalle istituzioni ecclesiatiche, che ebbero un ruolo fondamentale nella riorganizzazione sociale, territoriale ed economica. In sostanza Torricella e i suoi territori da questo momento passeranno politicamente nelle mani di ricchi feudatari e religiosi, secondo una consuetudine che si tramanderà sino all’Unità d’Italia.

 

Per Torricella si ricorda un abitato medieovale ancora nella località di Monte Moresco, sorto sull’area fortificata di epoca preromana; abitato da molte famiglie intorno all’anno 1000 sembra risultare abbandonato solo dall’inizio del XV secolo. Un castello è invece citato in alcuni documenti di Papa Niccolò II, che nel 1060 ne assegnava una metà ai frati benedettini delle Isole Tremiti. Il Medioevo è anche l’epoca dell’affermazione del cristianesimo, del monachesimo e dell’eremitismo. Sullo stesso sito di Monte Moresco è ricordata, ad esempio, anche la fondazione di un monastero benedettino noto come “Santa Maria di Monte Moresco”. Nel 1173 è costruita la chiesa madre dedicata a San Giacomo Apostolo, più volte modificata e restaurata. Essa, probabilmente, non conserva più le sue fattezze originarie, ma oggi custodisce sul fondo della navata centrale una tela raffigurante San Giacomo e realizzata dalla pittrice Tilli, allieva del più noto artista abruzzese Francesco Paolo Michetti. La stessa chiesa ha custodito sino ai nostri giorni i resti di un uomo mummificato del XVI secolo: il ritrovamento è un importante scoperta scientifica, poiché la mummificazione è avvenuta in modo naturale, ma sarebbe anche un meravigliosa scoperta storica se si potessero avere più informazioni sull’identità dell’uomo (la mummia è conservata nel Museo Antropologico).